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Io davvero vorrei capire perchè l'editore di webradio dovrebbe limitarsi a fare radio di nicchia e a non riproporre formati già presenti in fm. Chi l'ha detto? Chi l'ha scritto? Esiste spazio per tutti, per ogni formato o genere musicale, dunque esiste anche lo spazio per fare "hitradio" che nel web potrebbero funzionare meglio, molto meglio dei corrispettivi fm così "chiusi" (e ci sono validi esempi....). Così come sono allibito della frase "Secondo me se un radiofonico "classico" si mette a fare una webradio, ci riesce con le mani legate e con i tappi nelle orecchie, tanto è meno faticoso il web dall'FM": Stiamo scherzando vero? Le difficoltà sono IDENTICHE, sia nella realizzazione del palinsesto sia nella compilazione di tutti gli aspetti artistici e tecnici, cambiano solo i costi che in ogni caso, se paragonati alla totale mancanza di introiti, corrispondono a esborsi economici comunque importanti per il web.
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Io davvero vorrei capire perchè l'editore di webradio dovrebbe limitarsi a fare radio di nicchia e a non riproporre formati già presenti in fm. Chi l'ha detto? Chi l'ha scritto? Esiste spazio per tutti, per ogni formato o genere musicale, dunque esiste anche lo spazio per fare "hitradio" che nel web potrebbero funzionare meglio, molto meglio dei corrispettivi fm così "chiusi" (e ci sono validi esempi....). Così come sono allibito della frase "Secondo me se un radiofonico "classico" si mette a fare una webradio, ci riesce con le mani legate e con i tappi nelle orecchie, tanto è meno faticoso il web dall'FM": Stiamo scherzando vero? Le difficoltà sono IDENTICHE, sia nella realizzazione del palinsesto sia nella compilazione di tutti gli aspetti artistici e tecnici, cambiano solo i costi che in ogni caso, se paragonati alla totale mancanza di introiti, corrispondono a esborsi economici comunque importanti per il web.
...non cambiano solo i costi, cambia che la radio in FM è soffocata dalla burocrazia e dalla politica. Quando tu hai il "prodotto editoriale" (dal più scarso al più valido) confezionato, pronto per essere messo in onda, hai fatto (direi) il 30% del lavoro in una radio FM ...nella web radio direi non meno del 90%. Con questo non voglio sminuire o snobbare le web radio (a proposito, la parola "RADIO" in questo caso mi sembra impropria... il segnale radio è un'onda che viaggia nell'aria, è un onda che trasporta contenuti e viene ricevuta da un apparecchio che ricompone l'audio da un segnale hertziano) ma penso che veramente di cose in comune, al di fuori di quello che può essere il lavoro fatto in studio, non ce ne siano.
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Panel lo apprezzo molto per la selezione che fa sul personale, la radio fatta per lavoro non ti permette la sperimentazione del personale, si deve avere veramente tanto fiuto per provare una persona nuova senza titoli. Anche io se avessi una radio fm avrei paura a far lavorare uno sconosciuto che si presenta dicendo che ha passione e talento (Fabbry T non è un discorso riferito a te ma è generico) ?
Penso sia giusto il turnover per evitare che lavorino sempre i soliti però è difficile la selezione perché a parte qualche diploma in realtà quella del radiofonico non è una professione tutelata.
Un architetto, per esempio, oltre ad essere laureato deve conseguire anche l’esame di stato per poter esercitare la professione. Se una persona “brava a disegnare con talento” si presenta in uno studio di architettura rimane fuori della porta.
In radio teoricamente (previa selezione del direttore artistico) ci possono lavorare tutti, questo è un altro motivo per cui non è un lavoro ben pagato o non pagato per niente. (Non esiste un albo professionale che tutela chi ha studiato)
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