LE EMITTENTI HANNO DIRITTO "ANCHE" A PERCEPIRE DIRITTI CONNESSI

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13 Jul 2006 17:25 #18233 by
Ragazzi teniamo fuori le norme giuridiche e quant'altro... guardiamo i fatti. I fatti reali sono questi: Noi (radio) facciamo parte di una catena (come ogni altra attività commerciale). Compriamo un bene (musica), la trasformiamo (programmazione, speaker....ecc) e la rivendiamo (trasmissione al pubblico). Nulla di più e nulla di meno della normale catena commerciale.
Mi spiegate perchè chi ci vende il bene (la musica) ci deve riconoscere qualcosa ? Non mi è chiaro questo punto ! Non è che noi radio facciamo beneficenza o facciamo promozione (che è un'altra cosa). Noi ci limitiamo a fare da tramite tra chi PRODUCE e chi USUFRUISCE e come detto lo facciamo a scopo di lucro. Compriamo un cd da 20 euro ed in teoria cerchiamo di guadagnarci il più possibile ! Poi torno a ripetere, se credete che il nostro potere (radio locali) nel business musicale del nostro paese sia determinante beh, vi consiglio da fratello di non pensarlo minimamente. Come detto, potremmo anche programmare TUTTI (radio locali) musica classica 24 ore su 24.... ramazzotti venderebbe comunque le sue 300 mila copie !
Roberto, sia chiaro, NON E' UN ATTACCO NEI TUOI CONFRONTI, sei una persona che stimo, ma come detto, a mio modesto avviso è una guerra persa in partenza. Prima di parlarne dovremmo riuscire ad avere più peso... ed allora si possono intavolare dicorsi sensati. Ma ormai credo rimarrà SOLO un'utopia !  ;)

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13 Jul 2006 18:24 #18235 by Morpheus
perdonami Filippo, in questo caso (diritti connessi), chi dovrebbe riconoscerti un qualcosa non è chi vende il bene (musica) ma chi, seguendo il tuo esempio, lo acquista da te trasformato (il pubblico esercizio del caso) che diventa l'utilizzatore.

Nella pratica terra terra, se sono titolare di uno dei permessi rilasciati dalla siae come appunto quella per la diffusione al pubblico di opere (ora non ricordo esattamente quale sia per i P.E., ricordo che è un forfettario annuale calcolato sul numero di altoparlanti e, credo, vada alla ripartizione non del settore musica ma del DOR... accidenti la memoria!) o ancora meglio della pubblica esecuzione attraverso mezzo meccanico, e per fare tale attività mi servo del disco o analogo, i proventi che incassa la siae sono compresi del diritto connesso, ovvero del diritto al compenso per l'utilizzo del disco nell'ambito della attività licenziatami.

Per prendere in considerazione il bar che sonorizza la propria attività attraverso la radio, è come se il segnale radio (emissione) fosse considerato come disco o analogo e come tale fosse usato dal barista.

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13 Jul 2006 21:48 #18236 by
Giusto. Chi dovrebbe corrispondere il diritto connesso di cui stiamo parlando, certo non sono quelli che fanno o vendono i dischi. Viceversa, il nostro diritto connesso (nostro nel senso "di pertinenza delle radio"), scaturirebbe da quei posti dove si fa un uso in pubblico. Parliamo evidentemente di "esercizi commerciali". Il nostro principio, che scaturisce da una lettura più attenta della norma, si basa sul fatto che gli esercizi commerciali che ascoltano la radio e la fanno ascoltare al proprio pubblico, pagano per la musica che diffondono nel loro locale, al loro pubblico.
Roberto - Staff Assoradio

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14 Jul 2006 09:11 - 14 Jul 2006 09:13 #18239 by

perdonami Filippo, in questo caso (diritti connessi), chi dovrebbe riconoscerti un qualcosa non è chi vende il bene (musica) ma chi, seguendo il tuo esempio, lo acquista da te trasformato (il pubblico esercizio del caso) che diventa l'utilizzatore.

Ho capito cosa vuoi dire Morpheus ma siamo sempre lì ! La cosa principale è sempre qualcosa che noi acquistiamo da altri. Mi spiego, se in un'ora di diffusione sugli altoparlanti dell'esercizio commerciale si ascoltano 50 minuti di musica e 10 di TUA produzione, è sempre qualcosa di marginale per potere gridare allo scandalo ! E come se non bastasse, allora io attività commerciale, dovrei richiederti una somma X perchè diffondi al pubblico del mio esercizio commerciale i tuoi messaggi pubblicitari (che a volte cozzano con il mio) ! Ad esempio sono un supermercato X e diffondo la TUA pubblicità per il supermercato Y. Come vedete è impossibile dire chi deve dare cosa ! Potrei capire una radio SOLO speakerata e senza pubblicità... allora SI, avreste ragione perchè il mio servizio (e non è più radio) è diverso ma diventerebbe non più una radio in Fm ma una "pay per view". Pago per questo servizio che mi piace ! 

Per prendere in considerazione il bar che sonorizza la propria attività attraverso la radio, è come se il segnale radio (emissione) fosse considerato come disco o analogo e come tale fosse usato dal barista.

Come detto altre volte, sempre più esercizi commerciali hanno scelto una propria palylist musicale che mandano in random ! Ascoltare una radio, A VOLTE, può anche essere controproducente per la propria attività commerciale (leggasi sconti e/o offerte di un concorrente).
Last edit: 14 Jul 2006 09:13 by .

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14 Jul 2006 09:27 - 14 Jul 2006 09:40 #18240 by Morpheus
bon, perfetto filippo.... attenzione però perchè il diritto connesso non si applica al diritto in quanto tale ma all'utilizzo del prodotto del diritto. Mi spiego meglio, il connesso come richiamato è il diritto al compenso per l'utilizzo non della diffusione ma del disco o analogo che serve alla diffusione o agli altri usi previsti.
Per la diffusione paghi il diritto d'autore se l'emissione si potesse considerare alla stregua del fonogramma, allora si il bar pagherebbe alla siae una quota percentuale anche in diritto connesso che andrebbe al produttore della emissione.
In pratica è come se il tuo spot fosse diritto d'autore ed il segnale sul quale viaggia lo spot il diritto connesso.
Sono daccordo con te sul fatto che questo è possibile non sia previsto dalla normativa.
Last edit: 14 Jul 2006 09:40 by .

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14 Jul 2006 10:49 - 14 Jul 2006 10:56 #18241 by
Mi complimento con Morpheus. Effettivamente -secondo noi- è proprio come ha detto lui. Come "diritto connesso" La diffusione va considerata alla stregua del fonogramma. Di ciò vi è una prova direi schiacciante, e cioè l'articolo 71-quater- 1 della Legge sul diritto d'autore:

Articolo 71-quater- 1. E' consentita la riproduzione di emissioni radiotelevisive effettuate da ospedali pubblici e da istituti di prevenzione e pena, per un utilizzo esclusivamente interno, purché i titolari dei diritti ricevano un equo compenso determinato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentito il comitato di cui all'Articolo 190

Come ben si sa, la SIAE non c'entra con Ospedali e Istituti di Pena, quindi il Legislatore ha dovuto integrare detta norma nella Legge sul diritto d'autore e diritti connessi, al fine di colmare la lacuna che diversamente si veniva a creare per via del fatto che la SIAE non può entrare a chieder soldi in Ospedali e quant'altro.

Circa poi quel che dice Filippo, desidero ricordare che proprio lui in un altro thread ha citato una sentenza favorevole alla SCF con cui il Tribunale di Treviso (o Trento, non ricordo) aveva condannato la Benetton (se non sbaglio) a pagare i diritti connessi alla SCF perchè nei negozi della catena in questione si ascoltava musica riprodotta ad uso interno da computers.

Proprio quella sentenza dimostra che sono dovuti i diritti connessi per l'ascolto della musica in un esercizio pubblico, e quindi se il BAR taldeitali ascolta la radio, deve pagare i connessi diritti al titolare delle emissioni.

La loro riproduzione è consentita solo negli Ospedali e negli Istituti di pena, e proprio lì si introduce la norma secondo cui i titolari delle diffusioni riprodotte in pubblico hanno diritto a un equo compenso (norma poi ripresa dall'art. 79)

Circa la pubblicità inserita nei programmi, voglio ricordare che quella di sintonizzarsi sulla radio X o Y è una scelta del titolare dell'esercizio pubblico, quindi... d'altronde, succede la stessa cosa con i pub che mandano le partite di calcio per i propri avventori...

Ciao e buon lavoro

Roberto - Staff Assoradio
Last edit: 14 Jul 2006 10:56 by .

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14 Jul 2006 11:25 - 14 Jul 2006 12:02 #18242 by Morpheus
Tribunale di Treviso, una causa civile, però.
Si riferisce ad un negozio Benetton di Milano per 4 cd prodotti in esclusiva per Benetton dalla Irma records.
Il totale che Benetton ha pagato è di circa 900 euro su un periodo di 3 anni (o 4 anni).

Solo una piccola precisazione, a mio parere "diffusione" ed "emissione" sono 2 cose distinte, così come la riproduzione che è il processo di fissazione su supporto di un opera oppure, in questo caso, di una emissione.

Last edit: 14 Jul 2006 12:02 by .

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14 Jul 2006 12:14 #18243 by
Certo, Morpheus, quella era una causa civile. E infatti quello che hai osservato tu è quello che anche io in quel thread avevo osservato. Cioè: non fa testo più di tanto. Ma la fissazione di un qualcosa, ammesso che sia subordinabile a un supporto (nastro, pellicola, ecc.) è un criterio logico se si parla di opere che per essere diffuse al pubblico necessitano di un mezzo "intermedio", come appunto il nastro o altro. Ma quando si parla di "emissione" o di "diffusione" (a mezzo onde radio o cavo), la fissazione delle emissioni "coincide" (quantomeno) con la loro stessa fruizione. E' ovvio poi che parliamo dei soli esercizi pubblici. Tanto è vero che esiste -fra l'altro- anche una direttiva CEE (relativa a taluni diritti connessi al diritto d'autore) che prevede espressamente che gli organismi di radiodiffusione hanno il diritto esclusivo di concedere -o meno- che le proprie trasmissioni vengano utilizzate in tali esercizi per intrattenere il pubblico. Se così non fosse, d'altronde, tutti i bar italiani potrebbero liberamente ritrasmettere ad uso e consumo dei propri avventori: partite, concerti, spettacoli e quant'altro (radio e tv) senza pagare nulla per tale utilizzo. Invece, come ben sappiamo, ciò non è possibile proprio perchè l'uso in pubblico di una trasmissione radiotv è vietato.
Comunque, devo dire che siamo sempre i soliti a interloquire. Se avessero fatto così anche quando nacquero le radio libere... non ci sarebbe stata nessuna sentenza della Corte Costituzionale e oggi non esisterebbero neppure le radio che sono iscritte a questo Forum.
Roberto - Staff Assoradio

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14 Jul 2006 18:26 - 14 Jul 2006 18:28 #18244 by
Allora, innanzitutto mi rallegro che abbiate trovato almeno una cosa in cui concordate e questo è il dialogo che tutti vorremmo su questo forum!  ;D
Paternale a parte, Vi spiego un pò come la penso io poi mi direte la vostra ma questa è in linea generale la mia idea. Allora, io sono un editore e lavoro con la musica. Non produco, acquisto da altri produttori (case discografiche) un prodotto da trasformare (il mio lavoro) offrire gratuitamente al pubblico (utilizzatore finale) e guadagnare con la pubblicità (che dipende dal massimo numero di utilizzatori finali).
Il produttore, ad oggi mi chiede queste cose:
1) Che io acquisti il suo prodotto (originale)
2) Che io versi delle percentuali sui miei introiti guadagnati PROPRIO grazie al suo prodotto.
Già questo, leggi a parte, cozza con la mia idea di democrazia perchè o io acquisto il bene e non ti dò più un centesimo, OPPURE, me lo dai in comodato gratuito, io lo utilizzo e ti pago un canone (percentuale) sugli introiti. Ma come si vede, l'idea di democrazia applicabile normalmente ovunque nell'editoria del nostro paese non esiste ed è improponibile... cmq me ne faccio una ragione !
Secondo punto: La cosa assurda, sempre alla base della mia idea di democrazia, è che adesso le percentuali chieste non SONO limitate ad una sola entità (SIAE) ma anche ad una seconda (SCF) che moltissimi di Voi giudicano male. Ebbene, spero di non aprire una diatriba per quello che sto per dire, ma mi credete che io reputo LEGITTIMA molto più l'Scf che la Siae ? Vi spiego il perchè ! Io artista tal dei tali, scrivo una canzone, ma non ho il denaro per produrla quindi busso a qualche porta (e se sono una bella ragazza per magia le porte si aprono molto più facilmente  ;D)... dicevo busso e trovo uno che voglia farmi incidere il pezzo e che lo finanzi. Ora, quando io artista finisco sotto contratto con la casa discografica, IN TEORIA cedo a lei tutto il mio ingegno dietro un compenso economico. Ecco perchè ritengo legittima più l'Scf che la Siae; per il semplice fatto che almeno è giusto che io riconosca una percentuale del mio guadagno a chi produce fisicamente il bene che acquisto e che ha già pagato l'artista (e gli autori) ! Cmq, questa è una mia personalissima opinione !
Andiamo ai diritti:

attenzione però perchè il diritto connesso non si applica al diritto in quanto tale ma all'utilizzo del prodotto del diritto. Mi spiego meglio, il connesso come richiamato è il diritto al compenso per l'utilizzo non della diffusione ma del disco o analogo che serve alla diffusione o agli altri usi previsti.
Per la diffusione paghi il diritto d'autore se l'emissione si potesse considerare alla stregua del fonogramma, allora si il bar pagherebbe alla siae una quota percentuale anche in diritto connesso che andrebbe al produttore della emissione.
In pratica è come se il tuo spot fosse diritto d'autore ed il segnale sul quale viaggia lo spot il diritto connesso.

Fratello Morpheus perdonami ma io non vedo 2 diversi diritti, non faccio distinzione. Per me il diritto è unico e spetta a 2 entità diverse tra loro. Ecco perchè non capisco a cosa vi riferiate.

Circa poi quel che dice Filippo, desidero ricordare che proprio lui in un altro thread ha citato una sentenza favorevole alla SCF con cui il Tribunale di Treviso (o Trento, non ricordo) aveva condannato la Benetton (se non sbaglio) a pagare i diritti connessi alla SCF perchè nei negozi della catena in questione si ascoltava musica riprodotta ad uso interno da computers.

Si, sono stato io in effetti !

e quindi se il BAR taldeitali ascolta la radio, deve pagare i connessi diritti al titolare delle emissioni.

Boh non saprei proprio che dire ! Secondo me, continuo a ripeterlo, non sò perchè dovrebbero pagarci !  :-\

E' ovvio poi che parliamo dei soli esercizi pubblici. Tanto è vero che esiste -fra l'altro- anche una direttiva CEE (relativa a taluni diritti connessi al diritto d'autore) che prevede espressamente che gli organismi di radiodiffusione hanno il diritto esclusivo di concedere -o meno- che le proprie trasmissioni vengano utilizzate in tali esercizi per intrattenere il pubblico. Se così non fosse, d'altronde, tutti i bar italiani potrebbero liberamente ritrasmettere ad uso e consumo dei propri avventori: partite, concerti, spettacoli e quant'altro (radio e tv) senza pagare nulla per tale utilizzo. Invece, come ben sappiamo, ciò non è possibile proprio perchè l'uso in pubblico di una trasmissione radiotv è vietato.

Non conosco la norma ma suppongo che faccia almeno 2 differenzazioni: La prima, che gli organismi di radiodiffusione SIANO titolari dei diritti (cioè, io mi metto d'accordo con il cantante X per trasmettere il suo concerto in esclusiva e pago per questo diritto) e seconda, che la tecnologia che utilizzo per l'emissione non sia LIBERA e di pubblico dominio (come lo è l'Fm) ma ad accesso condizionato (criptata, ecc..). In caso contrario, la cosa NON E' FATTIBILE perchè mi spieghi come fai ad autorizzare l'esercizio X che ti paga ed oscurare l'esercizio Y ? Impossibile ! Non confondiamo le idee ragazzi, noi siamo radio Fm, basta un ricevitore da 2 centesimi per beccarci IN CHIARO OVUNQUE (relativamente al bacino coperto). Quello a cui fate riferimento è tutt'altra cosa, altra roba che con noi, mi spiace dirlo, non ha nulla a che dividere !
Last edit: 14 Jul 2006 18:28 by .

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14 Jul 2006 19:20 #18245 by Morpheus
;D Fratello Filippo  ;D
in larga parte convergo su quanto dici, concordo nella sostanza, con la conclusione, cioè ma non sul perrcorso che hai seguito. E' inutile però parlarne perchè sarebbe quasi come il sesso degli angeli, l'importante è il fine.

Boh non saprei proprio che dire ! Secondo me, continuo a ripeterlo, non sò perchè dovrebbero pagarci !

come te a mio parere, manca il motivo, il diritto connesso cioè. Esso è inserito già all'interno della licenza ma i beneficiari sono quelli dell'articolo 73, del regolamento e del conseguente DPCM. Le radio non sono definite come tali, questo perchè o l'emissione non è l'analogo del disco, oppure l'emissione non viene usata. 

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15 Jul 2006 07:50 #18248 by
Il Diritto connesso relativo alle emissioni di un operatore c'è ed è riconosciuto dalla legge. E' -come già detto- l'art. 79 della Legge sul Diritto d'autore. C'è poco da dire, basta leggere.
JF - Staff Assoradio

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10 Aug 2006 08:35 #18605 by

Il Diritto connesso relativo alle emissioni di un operatore c'è ed è riconosciuto dalla legge. E' -come già detto- l'art. 79 della Legge sul Diritto d'autore. C'è poco da dire, basta leggere.
JF - Staff Assoradio


molto interessante.. dici che si riesce a spuntar pure qualcosa o resta una discussione teorica? :-)

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