Alcune domande su concessione

  • John
19/10/2008 17:52 #32813 da John
Risposta da John al topic Re: Alcune domande su concessione

ecco , io stà cosa non l'ho mica capita .....

anche noi ad esempio per la radiotv abbiamo avuto ( dopo averle chieste in rinnovo ) la concessione per le provincie di l'aquila , chieti , pescara , teramo e roma ( così vedo scritto .. ) ma nessuna frequenza , oltre quelle censite , per coprire tutte quelle zone .....

in sostanza abbiamo 6 frequenze ma per coprire tutto quel bacino ne servirebbero almeno 15 se non 20 ...

cioè .... in linea teorica uno è autorizzato a coprire tutte quelle provincie ma non gli danno le frequenze .... come funziona stà roba ??? boh ??

Magari se chiedevamo anche altro ci veniva concesso ....




...voi avete l'autorizzazione a coprire quelle provincie perchè le avete indicate nella richiesta di concessione nel 1990. Mi vien da pensare che uno più dei vostri impianti (almeno all'epoca) raggiungevano anche se per poco il territorio di tutte quelle provincie che hai indicato... così vi hanno dato l'autorizzazione a coprire (e avete o avreste dovuto pagare un milione di lire per ogni provincia comunque servita) tutte le provincie che hai indicato. Non vi darà mai nessuno le frequenze per coprire a dovere tutto quel territorio, semmai potete acquistarle. L'altro caso potrebbe essere che con il "miraggio" di vedersi assegnare delle frequenze, all'epoca, chi ha compilato le schede abbia inserito provincie che in realtà non erano raggiunte dal vostro segnale. In questo caso è stato come darsi la zappa sui piedi, in quanto avete o avreste dovuto pagare il milione per ogni provincia, ed in realtà non l'avete mai raggiunta nemmeno per una piccola fetta di territorio.

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19/10/2008 18:40 #32814 da Radio Incontro
Risposta da Radio Incontro al topic Re: Alcune domande su concessione
quindi a quanto pare non esiste un nesso tra bacino di utenza e numero di impianti e/o frequenze accese?

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20/10/2008 04:21 #32831 da
Risposta da al topic Re: Alcune domande su concessione

ecco , io stà cosa non l'ho mica capita .....

anche noi ad esempio per la radiotv abbiamo avuto ( dopo averle chieste in rinnovo ) la concessione per le provincie di l'aquila , chieti , pescara , teramo e roma ( così vedo scritto .. ) ma nessuna frequenza , oltre quelle censite , per coprire tutte quelle zone .....

in sostanza abbiamo 6 frequenze ma per coprire tutto quel bacino ne servirebbero almeno 15 se non 20 ...

cioè .... in linea teorica uno è autorizzato a coprire tutte quelle provincie ma non gli danno le frequenze .... come funziona stà roba ??? boh ??

Magari se chiedevamo anche altro ci veniva concesso ....




...voi avete l'autorizzazione a coprire quelle provincie perchè le avete indicate nella richiesta di concessione nel 1990. Mi vien da pensare che uno più dei vostri impianti (almeno all'epoca) raggiungevano anche se per poco il territorio di tutte quelle provincie che hai indicato... così vi hanno dato l'autorizzazione a coprire (e avete o avreste dovuto pagare un milione di lire per ogni provincia comunque servita) tutte le provincie che hai indicato. Non vi darà mai nessuno le frequenze per coprire a dovere tutto quel territorio, semmai potete acquistarle. L'altro caso potrebbe essere che con il "miraggio" di vedersi assegnare delle frequenze, all'epoca, chi ha compilato le schede abbia inserito provincie che in realtà non erano raggiunte dal vostro segnale. In questo caso è stato come darsi la zappa sui piedi, in quanto avete o avreste dovuto pagare il milione per ogni provincia, ed in realtà non l'avete mai raggiunta nemmeno per una piccola fetta di territorio.


No , noi non abbiamo mai avuto impianti su molte delle provincie indicate .....

Sono state chieste perchè l'editore in realtà vorrebbe coprirle per quanto riguarda la tv ma di frequenze disponibili nisba ......  se le vuoi te le compri ....

Quindi che senso ha assegnare ad una emittente che le chiede delle provincie senza darle le frequenze se non ricorrendo al "vecchio" sistema del comprarsele ???

Dal momento in cui qualcuno ti mette scritto nero su bianco che sei autorizzato a trasmettere su una regione e su una provincia extra regione poi deve assegnarti lui  "d'ufficio" anche le frequenze e non preoccuparmi io di comprarle .... se si deve ricorrere al sistema di comprarle da altri non ha nessun senso e utilità avere una concessione del genere ....



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  • John
20/10/2008 08:31 - 20/10/2008 08:37 #32832 da John
Risposta da John al topic Re: Alcune domande su concessione
...se è come ho capito io, avete fatto una sciocchezza. Nel 1990 bisognava dichiarare gli impianti, la potenza e la copertura reale dell'emittente... una "fotografia" ...ogni cosa non corrispondente al vero doveva essere punita in penale. E comunque non era necessario avere gli impianti sul territorio di una determinata provincia, ma arrivarci con il segnale. Mi viene in mente la situazione del monte serra in toscana (se c'è qualche toscano della zona mi dia manforte, conosco la situazione in maniera non ottimale) non so in quale provincia sia, forse lucca... ma ad ogni modo un impianto sulla sommità di quel monte copre le provincie per intero o in parte di lucca, pistoia, livorno, pisa, firenze, e massa carrara... in pratica un bell'impianto in quel luogo, da solo serve una gran fetta della toscana.... ed allora si fanno quelle provincie e si devono, o meglio... all'epoca si dovevano pagare. ora come sappiamo è diverso.
Ultima Modifica 20/10/2008 08:37 da .

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20/10/2008 09:58 #32834 da
Risposta da al topic Re: Alcune domande su concessione

in italia concessioni governative x quanto riguarda la radio non ve ne sono...ma solo autorizzazioni....diciamo che al ministero li chiamano concessioni....ma e solo un termine sbagliato....cmq...forse sarai l'unico che ha una concessione...:)e se l'hai puoi dire che sei alla stregua della rai, e forse, dico forse di radio Maria, padania e radicale....

Mah anche la mia Radio ha la concessione  rilasciata con decreto nel 1995 , è scritto in chiaro:
Speditami dall'allora Ministero delle Poste e Telecomunicazioni.

Si Invia la copia in forma Autentica del decreto di concessione per l'esercizio della radiodiffusione sonora privata in ambito locale etc etc...

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  • John
20/10/2008 10:34 #32835 da John
Risposta da John al topic Re: Alcune domande su concessione

in italia concessioni governative x quanto riguarda la radio non ve ne sono...ma solo autorizzazioni....diciamo che al ministero li chiamano concessioni....ma e solo un termine sbagliato....cmq...forse sarai l'unico che ha una concessione...:)e se l'hai puoi dire che sei alla stregua della rai, e forse, dico forse di radio Maria, padania e radicale....

Mah anche la mia Radio ha la concessione  rilasciata con decreto nel 1995 , è scritto in chiaro:
Speditami dall'allora Ministero delle Poste e Telecomunicazioni.

Si Invia la copia in forma Autentica del decreto di concessione per l'esercizio della radiodiffusione sonora privata in ambito locale etc etc...



...si, tutti quelli che hanno in mano una concessione hanno quel documento...

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20/10/2008 12:24 #32840 da
Risposta da al topic Re: Alcune domande su concessione

quindi a quanto pare non esiste un nesso tra bacino di utenza e numero di impianti e/o frequenze accese?

La 223/90, come un po tutte le leggi del nostro paese, non è mai stata applicata interamente. Si attende da quasi 20 anni la "riorganizzazione delle frequenze" che nell'idea di base avrebbe portato te, come concessionario, ad avere GRATUITAMENTE un numero di frequenze pari al concessionario pubblico (per intenderci Rai) per medesimo bacino d'utenza e sottratte ai non concessionari e gli impianti doppi (2 frequenze che coprono lo stesso bacino). Questa riorganizzazione non c'è mai stata, sempre rimandata di anno in anno, e dietro alla vigliaccata di "non bloccare il sistema", si è dato il via ad una vergognosa speculazione economica autorizzata. E' vergognoso che si paghi per una frequenza svariati milioni di euro ! Le frequenze sono, o meglio dovrebbero essere una risorsa che appartiene allo Stato e non motivo di speculazione e, cosa ancor peggiore, disuguaglianza tra il piccolo editore che tira a campare ed il grande potere economico delle lobby che può tutto.
Quindi ci ritroviamo i piccoli trombati alla grande ed i grandi che espandono ovunque il loro segnale (che vuoi che siano gli investimenti di decine di milioni di euro se possono scricarli dal reddito).
Nell'atto concessorio si parla di DIRITTI e DOVERI del concessionario: Sarò mezzo cecato, ma di diritti non ne ho mai visti.  ;)

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20/10/2008 13:23 #32841 da
Risposta da al topic Re: Alcune domande su concessione

...se è come ho capito io, avete fatto una sciocchezza. Nel 1990 bisognava dichiarare gli impianti, la potenza e la copertura reale dell'emittente... una "fotografia" ...ogni cosa non corrispondente al vero doveva essere punita in penale. E comunque non era necessario avere gli impianti sul territorio di una determinata provincia, ma arrivarci con il segnale. Mi viene in mente la situazione del monte serra in toscana (se c'è qualche toscano della zona mi dia manforte, conosco la situazione in maniera non ottimale) non so in quale provincia sia, forse lucca... ma ad ogni modo un impianto sulla sommità di quel monte copre le provincie per intero o in parte di lucca, pistoia, livorno, pisa, firenze, e massa carrara... in pratica un bell'impianto in quel luogo, da solo serve una gran fetta della toscana.... ed allora si fanno quelle provincie e si devono, o meglio... all'epoca si dovevano pagare. ora come sappiamo è diverso.

non parlo del 1990 ..... dicevo che in fase di rinnovo ( per le tv non ricordo quando è successo ma credo intorno al 2000-2001 ) l'editore ha presentato la domanda chiedendo quelle provincie che poi gli sono state assegnate , adesso non so il perchè sia stato possibile però sul "pezzo di carta" ci sono scritte.....  appunto per il fatto che con la "vecchia" concessione del 94 la situazione era quella da te descritta e quindi con la dichiarazione e annesse schede tecniche dei ripetitori e di dove erano posizionati.

Il punto però è che lui in realtà quelle zone vorrebbe coprirle ma non ci sono frequenze ..... con quelle che abbiamo e altresì vero che si "entra" in 3 delle 5 provincie avute ma un conto è fare la "periferia" e un conto tutta la provincia ..... anche da noi con un solo ripetitore fai tre provincie (aq-ch-pe) ma le becchi solo per qualche km ....

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20/10/2008 13:24 #32842 da
Risposta da al topic Re: Alcune domande su concessione

in italia concessioni governative x quanto riguarda la radio non ve ne sono...ma solo autorizzazioni....diciamo che al ministero li chiamano concessioni....ma e solo un termine sbagliato....cmq...forse sarai l'unico che ha una concessione...:)e se l'hai puoi dire che sei alla stregua della rai, e forse, dico forse di radio Maria, padania e radicale....

Mah anche la mia Radio ha la concessione  rilasciata con decreto nel 1995 , è scritto in chiaro:
Speditami dall'allora Ministero delle Poste e Telecomunicazioni.

Si Invia la copia in forma Autentica del decreto di concessione per l'esercizio della radiodiffusione sonora privata in ambito locale etc etc...

infatti , è quello che dicevo anche io .

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20/10/2008 13:26 #32843 da
Risposta da al topic Re: Alcune domande su concessione

quindi a quanto pare non esiste un nesso tra bacino di utenza e numero di impianti e/o frequenze accese?

La 223/90, come un po tutte le leggi del nostro paese, non è mai stata applicata interamente. Si attende da quasi 20 anni la "riorganizzazione delle frequenze" che nell'idea di base avrebbe portato te, come concessionario, ad avere GRATUITAMENTE un numero di frequenze pari al concessionario pubblico (per intenderci Rai) per medesimo bacino d'utenza e sottratte ai non concessionari e gli impianti doppi (2 frequenze che coprono lo stesso bacino). Questa riorganizzazione non c'è mai stata, sempre rimandata di anno in anno, e dietro alla vigliaccata di "non bloccare il sistema", si è dato il via ad una vergognosa speculazione economica autorizzata. E' vergognoso che si paghi per una frequenza svariati milioni di euro ! Le frequenze sono, o meglio dovrebbero essere una risorsa che appartiene allo Stato e non motivo di speculazione e, cosa ancor peggiore, disuguaglianza tra il piccolo editore che tira a campare ed il grande potere economico delle lobby che può tutto.
Quindi ci ritroviamo i piccoli trombati alla grande ed i grandi che espandono ovunque il loro segnale (che vuoi che siano gli investimenti di decine di milioni di euro se possono scricarli dal reddito).
Nell'atto concessorio si parla di DIRITTI e DOVERI del concessionario: Sarò mezzo cecato, ma di diritti non ne ho mai visti.  ;)

ah ... come rimpiango i tempi nei quali accendevi dove volevi e mandavi una lettera al ministero dicendo che radio xxx aveva acceso la frequenza xxx su monte xxx ....

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  • John
20/10/2008 15:36 - 20/10/2008 15:46 #32845 da John
Risposta da John al topic Re: Alcune domande su concessione

quindi a quanto pare non esiste un nesso tra bacino di utenza e numero di impianti e/o frequenze accese?

La 223/90, come un po tutte le leggi del nostro paese, non è mai stata applicata interamente. Si attende da quasi 20 anni la "riorganizzazione delle frequenze" che nell'idea di base avrebbe portato te, come concessionario, ad avere GRATUITAMENTE un numero di frequenze pari al concessionario pubblico (per intenderci Rai) per medesimo bacino d'utenza e sottratte ai non concessionari e gli impianti doppi (2 frequenze che coprono lo stesso bacino). Questa riorganizzazione non c'è mai stata, sempre rimandata di anno in anno, e dietro alla vigliaccata di "non bloccare il sistema", si è dato il via ad una vergognosa speculazione economica autorizzata. E' vergognoso che si paghi per una frequenza svariati milioni di euro ! Le frequenze sono, o meglio dovrebbero essere una risorsa che appartiene allo Stato e non motivo di speculazione e, cosa ancor peggiore, disuguaglianza tra il piccolo editore che tira a campare ed il grande potere economico delle lobby che può tutto.
Quindi ci ritroviamo i piccoli trombati alla grande ed i grandi che espandono ovunque il loro segnale (che vuoi che siano gli investimenti di decine di milioni di euro se possono scricarli dal reddito).
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...sono del parere che i grandi gruppi editoriali avrebbero comunque avuto accesso alle risorse "frequenze" a scapito dei piccoli... quindi benvenga se un piccolo editore decide di vendere frequenze realizzando cifre importanti (certo il rovescio della medaglia è che non può espandersi perchè i costi sono stellari). Prendiamolo come una buonuscita in caso di non voler o non poter più continuare l'esperienza radio. Del resto grandi gruppi editoriali o meno, la strada dell'emittenza privata locale è alla frutta... non ci sono risorse.
Avete notato che se si è una piccola radio, per i grandi / medi investitori pubblicitari è come esser trasparenti? non arriva un solo euro da quelli, invece per i piccoli negozi "tradizionali"  è diventato quasi impossibile trovare budget da spendere in pubblicità? ...e con cosa sopravvive allora una piccola radio? Meglio avere la possibilità di vender frequenze, credi a me, almeno ti ritiri, e vai a fare qualcos'altro con in tasca un gruzzoletto, diversamente se le frequenze tornassero allo stato ci si ritirerebbe con le pive nel sacco dopo 20 o 30 anni di sudore e sangue versato. Se poi mi dici che con questo sistema c'è dentro chi ci sguazza facendo compravendita come fossero noccioline beh, allora questo è un altro discorso.
Ultima Modifica 20/10/2008 15:46 da .

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22/10/2008 08:51 #32888 da
Risposta da al topic Re: Alcune domande su concessione

...sono del parere che i grandi gruppi editoriali avrebbero comunque avuto accesso alle risorse "frequenze" a scapito dei piccoli... quindi benvenga se un piccolo editore decide di vendere frequenze realizzando cifre importanti (certo il rovescio della medaglia è che non può espandersi perchè i costi sono stellari). Prendiamolo come una buonuscita in caso di non voler o non poter più continuare l'esperienza radio. Del resto grandi gruppi editoriali o meno, la strada dell'emittenza privata locale è alla frutta... non ci sono risorse.
Avete notato che se si è una piccola radio, per i grandi / medi investitori pubblicitari è come esser trasparenti? non arriva un solo euro da quelli, invece per i piccoli negozi "tradizionali"  è diventato quasi impossibile trovare budget da spendere in pubblicità? ...e con cosa sopravvive allora una piccola radio? Meglio avere la possibilità di vender frequenze, credi a me, almeno ti ritiri, e vai a fare qualcos'altro con in tasca un gruzzoletto, diversamente se le frequenze tornassero allo stato ci si ritirerebbe con le pive nel sacco dopo 20 o 30 anni di sudore e sangue versato. Se poi mi dici che con questo sistema c'è dentro chi ci sguazza facendo compravendita come fossero noccioline beh, allora questo è un altro discorso.


Vedi John, io non sono contrario a che il piccolo editore che ha sputato sangue per anni abbia una sorta di "buonuscita". Attacco il sistema che ha permesso a chi ha più soldi, di dettare le regole del gioco. Potresti mai giocare a poker con Berlusconi o Gates ? No, devi accontentarti dell'amico squattrinato perchè con loro non c'è storia. Stessa cosa nel nostro mondo. I grandi comprano tutto, le piccole realtà stanno sparendo definitivamente dall'etere e questo, ma è una personalissima opinione, mi fa girare le palle a mille. Ok, accettiamo la buonuscita, ma a che prezzo ?
L'unico arbitro che doveva dettare le regole era il Ministero proprio con quelle riforme che il sistema attende da oltre 20 anni (223 e successive) ed invece è impotente. Per fortuna io sto per abbandonare il settore, sdegnato e.. rassegnato !  ;)

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