Voglio condividere con voi alcune considerazioni che stiamo (io ed alcuni amici) discutendo in un gruppo privato su FB.
I nostri discorsi riguardano le web radio siano esse commerciali, comunitarie o non commerciali perché crediamo che le differenze normative con le FM classiche siano rilevanti, Non per questo non si riscontrano comunque, punti di contatto.
Nel gruppo stiamo cercando di trovare la strada che ci porti a formulare un diverso rapporto con la SIAE e con altri soggetti, perché l'attuale, riteniamo sia troppo oneroso e restrittivo. E' mutuato dai modelli nati forse, proprio per l'FM ma con alcune restrizioni incomprensibili.
Pensiamo si debba cercare di superare quel modello per liberare tutte le potenzialità delle web radio perché possano sviluppare un linguaggio più consono al "mezzo di trasmissione" che utilizzano.
Le web radio non sostituiranno le classiche, secondo noi ma certamente costituiscono un altro modo di "fare radio".
Uno dei punti che crediamo, debba essere condiviso con l'FM affinché, magari insieme si possa far squadra, riguarda il discorso dei diritti connessi. O meglio i compensi che l'utilizzatore è chiamato a pagare per l'uso della registrazione del produttore e dei partecipanti esecutori/interpreti. In concreto il compenso dell'art. 73 per le utilizzazioni a scopo di lucro e l'equo comenso del 73-bis per quelle senza scopo di lucro, entrambe della legge 633/41.
In quegli articoli, ci viene detto che il produttore e suoi interpreti/esecutori, hanno diritto ad un compenso per l'uso diretto del disco in alcuni situazioni tra le quali la diffusione radiofonica e la comunicazione per le web radio. Fino a circa una decina d'anni fa, questo compenso (art. 73) era compreso nei proventi che l'utilizzatore pagava attraverso la licenza SIAE per il diritto principale, quello dell'autore, poi per ragioni a noi sconosciute, la SIAE non ha più incassato quella parte di diritti. Poco tempo dopo è nata la SCF, che è un soggetto totalmente privato.
Non indaghiamo qui e ora, questo aspetto che tanto ci ha reso la vita difficile, vorremmo in questo primo post, sottolineare alcuni punti.
La legge 633 per entrambi gli articoli, ci rimanda al regolamento, dove
per il solo art. 73, all'articolo 23 (R.D. 18 maggio 1942, n. 1369) ci rimanda ulteriormente ad un DPCM per quantificare la misura del compenso. Non c'è traccia invece, per l'equo compenso di cui all'art. 73-bis.
Il DPCM sopra richiamato è stato emanato nel 1975, il 2 settembre e fissa salvo accordi fra le parti, un tetto massimo del 2% degli incassi lordi o delle quote degli incassi lordi corrispondenti alla
parte che il disco o apparecchio occupa nella sua pubblica utilizzazione. Un altro DPCM è successivo, D.P.C.M. 15 luglio 1976 e riguarda le trasmissioni circolari. La misura massima è al 1.50%.
Un primo dato rilevantissimo è che per le utilizzazioni non a scopo di lucro (e perciò per le tantissime web radio non commerciali ma anche, pensiamo alle centinaia di migliaia di esercizi commerciali e simili che mettono un po' di musica in sottofondo) l'equo compenso non esiste. La presidenza del Consiglio dei Ministri non ha mai emanato nulla a riguardo e,
salvo accordi tra le parti, nessuno è in grado di dire quanto le web radio non commerciali debbano pagare.
Se facciamo una simulazione basandoci sull'esistente (licenza SIAE e 2% DPCM), una web radio non commercaile paga 400 € annui per la licenza SIAE, se applicassimo il 2% a questa cifra, avremo un "connesso" per l'art. 73-bis di 8 euro annui. Crediamo sia una cifra più che accettabile e perciò ammissibile anche e come "salvo diverso accordo tra le parti".
Per entrambi i casi, non commerciali (anche etere se ve ne fossero) e commerciali sia su web che etere, salta all'occhio un dato altrettanto importante e cioè che la misura del compenso NON PUO' essere determinata UNILATERALMENTE da chicchesia se non dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e soprattutto NON VI OBBLIGO DI ACCORDARSI.
Come è noto vi sono solo due posti dove si fa và "per forza" e non sono questi
Un ultima cosa sull'argomento, è mia convinzione che la recente liberalizzazione possa portare una vantaggio di chiarezza definitivo. MI riferisco alla diatriba su CHI PUO' incassare direttamente dall'utilizzatore il compenso connesso agli art. 73 e 73-bis. E' pacifico che sia la SIAE (salvo diverso accordo fra le parti), la quale però come detto non lo fa.
L'enorme carico di "burocrazia onerosa" che tra noi, si teme scatenarsi dalla liberalizzazione, "chissà quanti verranno ora a bussare alla nostra porta" - dicono molti, stride con il principio di economicità che regola i rapporti tra "amministrazioni" e "imprese/cittadini".
su questo principio, secondo noi si dovrebbe puntare per spingere il Governo a dirci una volta per tutte chi è L'UNICO soggetto incaricato di svolgere questa funzione.
Chiudiamo qui, questo primo post. Se tra voi qualcuno fosse interessato a raggiungerci in FB per dare un contributo di idee al nostro progetto è il benvenuto magari lo faccia già qui in questo topic
Ciò a cui miriamo è essere tanti con una idea chiara e forte per sedersi al tavolo della SIAE per far nascere una migliore e meno onerosa licenza AWR.
Il gruppo è WEB RADIO INDIPENDENTI