..di padre in figlio...

  • John
17 Sep 2010 19:21 #50455 par John
Réponse de John sur le sujet Re: ..di padre in figlio...
X Panel

...ahimé! Tutte le cose che hai scritto le ho vissute sulla mia pelle, fegato, stress e tasche!!
Ti sei dimenticato almeno una cosa: i boicottaggi dai soliti ignoti (molto ben noti) e le delocalizzazioni. Spiega tu coso sono, io ora vado a cena!  ;D

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  • Nilo
17 Sep 2010 19:29 #50456 par Nilo
Réponse de Nilo sur le sujet Re: ..di padre in figlio...
Ciao PaneL

mi piace confrontarmi con la gente, perchè c'e' sempre da imparare qualcosa da tutti....per questo mi sono "intromesso" nel discorso...

L'evento di internet, diciamo che sicuramente porta alcuni vantaggi che nei tempi dei pionieri delle radio FM non "esistevano", e che la tecnologia ci permette di realizzare delle "webradio" con costi MOOOLTO inferiori alle radioFM, e come dici  tu  tante altre conseguenze che nel caso WEB non si riscontrano....io ho 35 anni, qundi non sono giovane, ma manco troppo vecchio  ;) e pure io son nato dall'FM e ricordo che facevo pure da portadischi ad i DJ per suonare 5 minuti......cmq io in questi 8 anni di "webradio" ho preso soddisfazioni, come "una persona" che trasmettava da noi, ora lavora in un Network.. ovviamente non è merito MIO, ma il merito è di questo ragazzo che è veramente bravo e si è meritato dopo tante fatiche la "soddisfazione".... Io credo che ora sono le "Webradio" che danno spazio ad i giovani che vogliono cimentarsi in questo lavoro di speaker... inizialmente pure "Gratuitamente" come TUTTI noi agli INIZI!!!!! Dal mio piccolo pensiero, credo che le radio FM locali si stanno "tagliando" fuori da sole......molte addirittura si danno alla Musica non stop 24h, questo lasciatelo fare alle "Webradio" le monotematiche, non in FM, ribadisco sono miei pensieri, e non voglio criticare nulla a nessuno.... Vi siete mai chiesti, come mai MOLTI SPEAKER PROFESSIONISTI, contattato WEBRADIO per la produzione di format in post-produzione?!?!?! Come mai?!?!?!.....

Concordo con Morpheus che i due modi "WebRadio" e "radioFm" sono differenti anche se uniti dal fatto "RADIO" ma seguono due percorsi completamente differenti...dai costi...e tante altre cose elencate da PaneL....pero' se volete in RADIO solo gente con diplomi qualificati...e molto altro, perche' non vi rivolgete a gente che lavora nei network?!?! pagate tanto ed avete  il "SUPER",......anche chi è senza esperienza se lo "Station Manager" è bravo, sa capire se questa persone può avere la staffa o meno per fare lo spekaer...e tutto il resto.......magari con qualche "STAGE" .......

P.S: per John dei "Boicottaggi" ne so qualcosa..sai su web attacchi DDOS sui server radio, haker che "bucano" il sito....... =)

Buona Radio

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  • lollo
18 Sep 2010 02:24 #50461 par lollo
Réponse de lollo sur le sujet Re: ..di padre in figlio...
Io davvero vorrei capire perchè l'editore di webradio dovrebbe limitarsi a fare radio di nicchia e a non riproporre formati già presenti in fm. Chi l'ha detto? Chi l'ha scritto? Esiste spazio per tutti, per ogni formato o genere musicale, dunque esiste anche lo spazio per fare "hitradio" che nel web potrebbero funzionare meglio, molto meglio dei corrispettivi fm così "chiusi" (e ci sono validi esempi....). Così come sono allibito della frase "Secondo me se un radiofonico "classico" si mette a fare una webradio, ci riesce con le mani legate e con i tappi nelle orecchie, tanto è meno faticoso il web dall'FM": Stiamo scherzando vero? Le difficoltà sono IDENTICHE, sia nella realizzazione del palinsesto sia nella compilazione di tutti gli aspetti artistici e tecnici,  cambiano solo i costi che in ogni caso, se paragonati alla totale mancanza di introiti, corrispondono a esborsi economici comunque importanti per il web.

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18 Sep 2010 09:08 - 18 Sep 2010 09:33 #50468 par Morpheus
Réponse de Morpheus sur le sujet Re: ..di padre in figlio...
ed infatti nessuno a parlato di nicchie ma di identità "diverse". Gli spazi liberi, ammesso ve ne siano, nella comunicazione si occupano con nuove idee, nuove proposte che debbono capire ed intepretare le esigenze degli utenti che in quegli spazi stanno "navigando". Sul web si è arrivati per mille motivi ma è fuor di dubbio che la rete abbia creato "altri" modi di comunicare. Non li ha inventai dal nulla ma erano già presenti nelle esigenze delle persone che hanno cominciato ad esplorare quegli spazi.
Penso si possa dire che è "l'editoria classica" è la più coinvolta a questa rivoluzione, almeno in questo momento, tanto che gli stessi quotidiani che ripropongono lo schema del "giornale in edicola", vuoi per la nascita dei blog vuoi per altri ragioni che non essendo dentro al settore posso conoscere poco, stanno indubbiamente cambiando pelle. Stanno (finalmente) arrivando a creare prodotti "diversi". Uno è in edicola, almeno finché ci saranno vendite l'altro è sul web, sul proprio PC.

La televisione, con l'arrivo delle pay-tv ha "inventato" la multi-programmazione che è un concetto interessante, magari anche per le radio. Oggi (in tv) si sta sviluppando l'on-demand (che in Italia per le radio è "segato" dalla burocrazia della SIAE. Più di dieci anni fa, come spiegavo in altro post lo feci con un portale dedicato alle radio dove devetti proprio rinunciare a quello spazio perché chiuso dalla SIAE) ma c'è anche il podcast, molto vicino all' on demand e secondo me ancora quasi del tutto inespresso.

Nel rapporto tra utente e musica e artisti basti solo pensare come è cambiato totalmente il modo di "vendere" la musica, li siano davvero ad una rivoluzione che andrebbe capita meglio. Sono certo che darebbe molte idee per le nuove radio. Io per ora mi limito a vedere l'enorme differenza che esiste tra una classifica definiamola classica, nel modo della FIMI per esempio o del tremendo Sorrisi e Canzoni, ed una che tiene conto di tutti imezzi disponibili alla diffusione della musica. Due pianeti "diversi", con evidenti personalità diverse. Poi certo, il peso del marketing è ancor oggi molto potente, anche se ha intrapreso la sua fase calante.

Si potrebbe dire che ... no questa non la dico perché è un idea che mi tengo per me  :P

Se vuoi ciò che intendo te lo spiego anche se non c'è nulla di così arcano. Un "radiofonico classico" proprio perché arriva da quella palestra che molti qui hanno descritto, se è arrivato sin qui con le proprie forze, lo ha fatto grazie alle sue idee imprenditoriali, quali che siano. Ha affinato quella capacità che spesso non s'impara nel sapere capire cosa vuole il mercato a cui si rivolge. La forza delle locali che ancora oggi sono qui, sta proprio nel capire e dare, NON modelli pre-confezionati ma "interpretati" secondo le caratteristiche del proprio "locale".
Sono piuttosto esperto in pubblicità (per anni ho scritto per le radio sia locali che network)  per sapere che un mercato non si conquista facendogli cadere dall'alto un prodotto ma capendo cosa quel mercato vuole. Ciò che viene dopo è "packaging", c'è ci fa dei gran bei pacchetti, chi un po' meno. L'importante che dentro ci sia qualcosa di interessante e non solo esteriorità.

Un radiofonico classico perciò, è persona talmente preparata che se affrontasse il discorso web-radio lo farebbe senza grandi difficoltà, perché la prima cosa che capirebbe, lui che l'ha vissuta in prima persona, è che sul web non c'è territorio.
Cosa che francamente, pare ancora legare molte web-radio.
Detto ciò nessuno vieta nulla, chi vuol fare la hit-radio la faccia. Non ci sono esami da superare, la nostra è una discussione di progetto e non di quale sia la palla più bella.
Dernière édition: 18 Sep 2010 09:33 par .

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  • John
18 Sep 2010 09:16 #50469 par John
Réponse de John sur le sujet Re: ..di padre in figlio...

Io davvero vorrei capire perchè l'editore di webradio dovrebbe limitarsi a fare radio di nicchia e a non riproporre formati già presenti in fm. Chi l'ha detto? Chi l'ha scritto? Esiste spazio per tutti, per ogni formato o genere musicale, dunque esiste anche lo spazio per fare "hitradio" che nel web potrebbero funzionare meglio, molto meglio dei corrispettivi fm così "chiusi" (e ci sono validi esempi....). Così come sono allibito della frase "Secondo me se un radiofonico "classico" si mette a fare una webradio, ci riesce con le mani legate e con i tappi nelle orecchie, tanto è meno faticoso il web dall'FM": Stiamo scherzando vero? Le difficoltà sono IDENTICHE, sia nella realizzazione del palinsesto sia nella compilazione di tutti gli aspetti artistici e tecnici,  cambiano solo i costi che in ogni caso, se paragonati alla totale mancanza di introiti, corrispondono a esborsi economici comunque importanti per il web.



...non cambiano solo i costi, cambia che la radio in FM è soffocata dalla burocrazia e dalla politica. Quando tu hai il "prodotto editoriale" (dal più scarso al più valido) confezionato, pronto per essere messo in onda, hai fatto (direi) il 30% del lavoro in una radio FM ...nella web radio direi non meno del 90%. Con questo non voglio sminuire o snobbare le web radio (a proposito, la parola "RADIO" in questo caso mi sembra impropria... il segnale radio è un'onda che viaggia nell'aria, è un onda che trasporta contenuti e viene ricevuta da un apparecchio che ricompone l'audio da un segnale hertziano) ma penso che veramente di cose in comune, al di fuori di quello che può essere il lavoro fatto in studio, non ce ne siano.

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18 Sep 2010 11:11 #50472 par
Réponse de sur le sujet Re: ..di padre in figlio...

Io davvero vorrei capire perchè l'editore di webradio dovrebbe limitarsi a fare radio di nicchia e a non riproporre formati già presenti in fm. Chi l'ha detto? Chi l'ha scritto? Esiste spazio per tutti, per ogni formato o genere musicale, dunque esiste anche lo spazio per fare "hitradio" che nel web potrebbero funzionare meglio, molto meglio dei corrispettivi fm così "chiusi" (e ci sono validi esempi....). Così come sono allibito della frase "Secondo me se un radiofonico "classico" si mette a fare una webradio, ci riesce con le mani legate e con i tappi nelle orecchie, tanto è meno faticoso il web dall'FM": Stiamo scherzando vero? Le difficoltà sono IDENTICHE, sia nella realizzazione del palinsesto sia nella compilazione di tutti gli aspetti artistici e tecnici,  cambiano solo i costi che in ogni caso, se paragonati alla totale mancanza di introiti, corrispondono a esborsi economici comunque importanti per il web.



...non cambiano solo i costi, cambia che la radio in FM è soffocata dalla burocrazia e dalla politica. Quando tu hai il "prodotto editoriale" (dal più scarso al più valido) confezionato, pronto per essere messo in onda, hai fatto (direi) il 30% del lavoro in una radio FM ...nella web radio direi non meno del 90%. Con questo non voglio sminuire o snobbare le web radio (a proposito, la parola "RADIO" in questo caso mi sembra impropria... il segnale radio è un'onda che viaggia nell'aria, è un onda che trasporta contenuti e viene ricevuta da un apparecchio che ricompone l'audio da un segnale hertziano) ma penso che veramente di cose in comune, al di fuori di quello che può essere il lavoro fatto in studio, non ce ne siano.



Il discorso si è spostato un pò ma è diventato veramente più interessante.

Non dimentichiamoci che il post partiva dal ... di padre in figlio..." con lamentela di trovare le porte chiuse soprattutto nell'FM locale.

Lamentele non supportate da una sufficiente conoscenza degli oneri che deve sopportare un editore radiofonico (dal mio discorso sono esclusi tutti i simil-pirata ed affini) che spesso non possono, più che non volere dare opportunità lavorative, oltre a trovare poco terreno fertile dal lato dell'impegno cosidetto "scolastico" più che "hobbistico" da parte delle nuove generazioni.

Per Nilo, gli editori radiofonici oltre agli elencati problemi da parte mia e di John, hanno deciso di prendersi anche tutte le rogne del computer  (che anche chi fa web riscontra) credendo di facilitarsi la vita.
Trovare personale qualificato disposto a lavorare su software proprietari che niente daranno dal punto di vista del curriculum, se uno ha l'occasione di andare a lavorare in un'altra radio che usa sistemi totalmente differenti.
Avere a che fare con Hardwaristi senza scrupoli o con macchine ottimali che s'impantanano ad ogni piè sospinto, si mangia un buon 30% dei benefici che solo dopo lunghe e dolorose nottati si ottengono.
Quindi è quasi naturale che un editore attento, se scopre un talento naturale sul web cerca di accapararselo.
Infine chi ha detto che sui network ci sono solo i migliori? Non mi è sembrato partire dal migliore quando, una ragazza di 21 anni con zero esperienza ci ha detto mi piacerebbe fare radio.
Ha dimostrato di saper scrivere, parlare e tanta volontà.
3 anni dopo: litigava a tutta voce con il direttore, usava il mixer e tutti gli altri strumenti analogici come il medio-alto dei nostri tecnici, aveva presentato in piazza decine di manifestazioni, aveva conseguito la mini laurea, aveva ottenuto l'iscrizione all'albo dei giornalisti, sapeva usare MBSTUDIO a meraviglia.
Al direttore rimane il rammarico di non essere riuscito a lanciarla prima di Ilaria D'amico in TV, avendo avuto l'intuizione di farle fare la radiocronoca delle partite di calcio (2004) prima che le donne si impossessassero anche del microfono nei programmi sportivi. Che divertimento allo stadio con gli improvvisati tele-radiocronisti colleghi che venivano strapazzati dalla professionalità e competenza di una ragazza di 23 anni.
Poi andando a studiare in altra città ci ha messo 1 giorno per andare in un'altra radio solo che il software di regia era diverso e ha deciso di non impararne ad usare uno nuovo ma di fare solo la speaker. Si è laureata ed ora (27 anni) lavora in Rai.

Per Morpheus: hai ragione, Radio e web sono 2 mondi diversi e poco comparabili ma pensare che sia "tutto musica e distintivo, tutto musica e distintivo" non ci fa Kevin Costner o Robert De Niro (qui distintivo in senso di distinguersi).
Infatti con un pò di copia e incolla (DLGS 177/2005) spieghiamo cosa dovrebbe essere e poi come riuscire a fare una buona radio locale.

“emittente radiofonica a carattere commerciale locale” l’emittente senza specifici obblighi di palinsesto, che comunque destina almeno il 20 per cento della programmazione settimanale all’informazione, di cui almeno il 50 per cento all’informazione locale, notizie e servizi, e a programmi; tale limite si calcola su non meno di sessantaquattro ore settimanali;

tradotto: minimo 13 ore a settimana di informazione di cui 6,5 dedicata all'informazione locale. Ma se trasmetti per 24 ore al giorno le cose si complicano. Sono circa 37 ore a settimana di informazione quindi più di 5 ore al giorno e questo senza sfuttare materiale con copyright e d autoprodurlo.

“programmi originali autoprodotti” i programmi realizzati in proprio dal fornitore di contenuti o dalla sua controllante o da sue controllate, ovvero in co-produzione con altro fornitore di contenuti;
"...non sono considerati programmi originali autoprodotti le trasmissioni di brani musicali intervallate da messaggi pubblicitari o da brevi commenti del conduttore della stessa trasmissione."


Penso non ci sia bisogno di spiegare oltre.

Fare una buona radio locale per un editore tutto è, tranne la voglia di sperimentare. Per questo c'è il web che potrebbe dare vita a talenti da riportare il FM. A patto che i soggetti non pensino che tutto gli è dovuto in virtù di una dote naturale e in nome del ricambio generazionale.
"Da un grande potere derivano grandi responsabilità" è un'altra storia: E' stata scritta, disegnata e filmata ma ci sarà una ragione se non è stata "radiofonata".  ;)

Saluti.

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  • StreetRadio
23 Sep 2010 09:46 #50605 par StreetRadio
Réponse de StreetRadio sur le sujet Re: ..di padre in figlio...
Questo topic mi piace sempre di più

Comincio subito con una piccola provocazione.... invece che "da padre a figlio" si può anche dire "da fratello a fratello" visto che a Radio DeeJay lavora o ha lavorato un certo Enzo Fargetta dalle dubbie capacità (l'ho sentito sbagliare in diretta più di una volta).

Detto questo vorrei spezzare una lacia a favore di Fabbry T e una a favore di Panel.

Ho 39 anni e nel mio piccolo faccio radio dal 1996 .... (ma non mi azzardo a scrivere il mio curriculum in mezzo a professionisti :-))

Ho fatto circa la stessa gavetta di Fabbry T per poi approdare alla radio FM (la differenza tra me e lui è che lui cerca di passare dalla web radio alla radio fm mentre io dalla radio fm sono scappato) (vedi topic sulla radiofonia romana) :-)

Ora ho un lavoro che non centra nulla con la radio e con lo stipendio che prendo mi posso permettere l’hobby della web radio mentre Fabbry T va avanti con le proprie forze quindi credo sia impensabile che lui debba pagare 12 ragazzi che sicuramente fanno radio con passione e divertimento come tutti noi quando abbiamo iniziato.

Fare una web radio commerciale penso sia una buffonata (la siae nemmeno dovrebbe mettere la voce in listino) quanti soldi si possono fare vendendo spazi pubblicitari su una radio web? (sempre che si riesca a trovare un cliente).

Le persone come Fabbry T vanno incoraggiate ed osservate, hanno passione e spesso (ma non sempre) chi lo fa con passione lo fa meglio di chi lo fa SOLO per lavoro.

Come dice Lollo levato l'aspetto burocratico (che mi sembra giusto sia diverso visti i diversi introiti) l'aspetto artistico può considerarsi simile; chi ascolta vuole sia da una radio fm che da una web radio un prodotto ascoltabile,… “non è che un ascoltatore siccome ascolta una web radio si accontenta,”… se non gli piace spegne il pc e accende la radio.

Visto il mio passato in radio fm e vista la mia età ho un back round culturale che mi ha portato a provare a fare in web una “simil radio fm” ma penso che per ora la web radio debba, per essere competitiva con l’fm, fare altro!
Penso che le web radio per ora debbano fare musica tematica, infatti è quello che fanno i grossi network con i loro 10 canali tematici (e su questo tornerò)… i canali tematici ce li ha anche Lollo ?

Panel lo apprezzo molto per la selezione che fa sul personale, la radio fatta per lavoro non ti permette la sperimentazione del personale, si deve avere veramente tanto fiuto per provare una persona nuova senza titoli. Anche io se avessi una radio fm avrei paura a far lavorare uno sconosciuto che si presenta dicendo che ha passione e talento (Fabbry T non è un discorso riferito a te ma è generico) ?

Penso sia giusto il turnover per evitare che lavorino sempre i soliti però è difficile la selezione perché a parte qualche diploma in realtà quella del radiofonico non è una professione tutelata.
Un architetto, per esempio, oltre ad essere laureato deve conseguire anche l’esame di stato per poter esercitare la professione. Se una persona “brava a disegnare con talento” si presenta in uno studio di architettura rimane fuori della porta.

In radio teoricamente (previa selezione del direttore artistico) ci possono lavorare tutti, questo è un altro motivo per cui non è un lavoro ben pagato o non pagato per niente. (Non esiste un albo professionale che tutela chi ha studiato)

Il futuro della web radio?
Secondo me è il web è il futuro della radio…. Però ovviamente i tempi non sono maturi… anzi… gli ascoltatori non sono maturi.

Faccio un esempio (ma vi prego non entriamo in politica ?)
Rete 4 ha trasmesso praticamente tutta la vita sulla seconda frequenza concessa ad Italia7.
Gli era stato imposto ti passare sul digitale terrestre…. Quando è stato fatto il passaggio di Rete 4 (insieme a Rai 2) dall’analogico al digitale? QUANDO ERANO SICURI CHE TUTTI GLI ITALIANI AVESSERO IL DECODER.

Tutto questo per dire che si passerà al web quando “i grandi della radio” saranno sicuri che tutti useranno internet come la macchinetta del caffè in modo che nel passaggio da una piattaforma all’altra non ci sarà perdita di ascolti.

Morale: tutti quelli che oggi ascoltano i network continueranno a farlo sul web e noi che siamo sul web da anni rimarremmo piccoli (forse anche più di ora).

Ciao a tutti
Giulio

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  • Dj Fabbry T
23 Sep 2010 18:42 #50628 par Dj Fabbry T
Réponse de Dj Fabbry T sur le sujet Re: ..di padre in figlio...
Ciao Giulio grazie per le tue parole... ma vorrei dire la mia sempre in modo generico su un tuo punto


Panel lo apprezzo molto per la selezione che fa sul personale, la radio fatta per lavoro non ti permette la sperimentazione del personale, si deve avere veramente tanto fiuto per provare una persona nuova senza titoli. Anche io se avessi una radio fm avrei paura a far lavorare uno sconosciuto che si presenta dicendo che ha passione e talento (Fabbry T non è un discorso riferito a te ma è generico) ?

Penso sia giusto il turnover per evitare che lavorino sempre i soliti però è difficile la selezione perché a parte qualche diploma in realtà quella del radiofonico non è una professione tutelata.
Un architetto, per esempio, oltre ad essere laureato deve conseguire anche l’esame di stato per poter esercitare la professione. Se una persona “brava a disegnare con talento” si presenta in uno studio di architettura rimane fuori della porta.

In radio teoricamente (previa selezione del direttore artistico) ci possono lavorare tutti, questo è un altro motivo per cui non è un lavoro ben pagato o non pagato per niente. (Non esiste un albo professionale che tutela chi ha studiato)


vorrei dire che in italia si guardano sempre forse troppo i fogli di carta e poco le vere capacità.. e mi sembra che gli ultimi casi di dottori falsi ne siano la dimostrazione...
le scuole come i fogli di carti in italia si possono tranquillamente comprare! la carta non sempre dimostra che uno sa lavorare.. perchè la teoria è molto distante dalla pratica.. ma questo vale per qualsiasi lavoro!
io per dire nel mio "lavoro serio" lo vedo tutti i giorni.. gente che dovrebbe essere tra le più qualificate.. fa la metà della roba che faccio io semplice 4 livello appena entrato.. solo che loro teoricamente sono "certificati" la mia è tutta esperienza sul campo e sperimentazione personale accumulata negli anni.

io credo che un buon datore di lavoro in generale debba cercare di capire in selezione che tipo di persona ha davanti e se lo incuriosisce allora è il caso di provarlo, i contratti a tempo determinato servivano proprio per questo.. non per l'utilizzo che se ne fa ora..

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  • John
23 Sep 2010 19:48 #50631 par John
Réponse de John sur le sujet Re: ..di padre in figlio...
...su questo sono assolutamente d'accordo, non ci piove! Fra gente preparata solo sulla teoria, o peggio con la famosa "carta" comprata ed uno che si è fatto sul campo, la differenza è abissale...

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