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ABOLIRE LA SIAE (e il suo assurdo bollino)
Il 10 aprile è "entrata in vigore" la Direttiva Barnier, entro quella data i paesi della UE avrebbero dovuto recepire la direttiva per l'armonizzazione delle regole comunitarie sul diritto d'autore attraverso le rispettive "collecting societis".
Sostanzialmente, anche se la Direttiva non parla esplicitamente di superamento dei monopoli, si tratta di una liberalizzazione sulla gestione dei diritti d'autore con norme sulla concorrenza.
L'Italia, insieme alla Repubblica Ceca, resta ancora un caso di Monopolio legale con la "sua" SIAE, con tutti i danni che ne derivano sia per gli autori ai quali, dice, di rivolgersi e soprattutto, verso gli utilizzatori, verso coloro cioè che attraverso le proprie attività, godono delle opere protette degli autori e per il quale versano i compensi previsti dagli accordi con SIAE.
Naturalmente l'Italia, alla scadenza non ha previsto nulla se non un confuso e "gattopardesco" disegno di legge incentrato sulla permanenza del monopolio, anzi il suo peggior Ministro della Cultura dall'unità d'Italia ad oggi, si è adoperato nei giorni precedenti a propagandare la bellezza del monopolio, e l'invidia che i partners europei provano per il modello di efficienza e trasparenza della mitica SIAE.
La società degli autori ed editori italiana è uno strano mostro giuridico (perfetta definizione dell'avvocato Guido Scorza) per metà pubblica e per metà privata ma si potrebbe dire che è la classica società che sfrutta la sua posizione pubblica, con la quale dovrebbe rendere un servizio alla collettività, per i propri interessi privati, quelli relativi cioè alla "commercializzazione" del suo repertorio depositato e delle sue consorelle attraverso accordi di reciprocità.
In pratica la SIAE amministra il suo patrimonio di opere prevalentemente grazie alla funzione di enforcement che gli assegna la legge. Non opera quindi, in uno "stato di libera concorrenza" ma in una sorta di "stato di polizia" dove le regole sono scritte da essa stessa.
Ad oggi, oltre alla citata proposta governativa, l'unica che avrà seguito e che perciò esporrà il nostro paese alle sanzione per il mancato recepimento della Direttiva, esistono un paio di proposte per il superamento del monopolio SIAE. Una è del deputato Romano, molto simile a quanto proposto dall'avvocato Simone Aliprandi e che richiama anche l'idea di Davide d'Atri di SoundReef, società inglese che per prima è riuscita a scalfire la prepotenza SIAE, dove, in definitiva si prevede la liberalizzazione del mercato italiano, con l'ingresso di nuovi soggetti per il collecting e lo spacchettamento della SIAE in due. Una SIAE totalmente privata a competere con le altre società di gestione, l'altra totalmente pubblica con i compiti di "enforcement", per il rilascio delle licenze, il controllo, l'incasso etc dagli utilizzatori.
L'altra proposta, quella che personalmente preferisco al momento, è stata formulata da Salvatore Primiceri, giurista, scrittore ed editore, che prevede la totale abolizione della SIAE in quanto ente pubblico, la quale potrà rinascere come società privata e vedersela con gli altri competitors che entreranno sul mercato con nessun altro ente pubblico o "autorità" (per esempio, nessuna simil AGCOM al posto del Ministero delle Comunicazione) a fare da controllore. Piena, completa libertà agli autori a scegliere chi, come e quando tutelare le loro opere.
Sarebbe l'occasione buona anche per abolire l'assurdo bollino SIAE