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Premesso che tutte le opinioni hanno pari dignità, io (che come te ho vissuto, e rimpiango, gli anni pionieristici della radio privata italiana) non trovo nessuna analogia fra le street-radio (o pirate-radio) FM di oggi e i primi tentativi di rompere il monopolio RAI di metà anni '70. Allora a spingere noi ragazzi nella direzione di crearsi un'emittente radio in cantina era principalmente la voglia di impossessarsi della banda FM (praticamente inutilizzata, fino ad allora), scimiottando le varie Radio Luxembourg, Montecarlo o Veronica, sfruttando le poche conoscenze tecniche da smanettoni che avevamo, per dare sfogo ad un irrefrenabile desiderio di cavalcare questo mezzo meraviglioso che era (ed è) la radio. Non a caso, i primi vagiti "liberi" dell'etere, furono emessi da radiomatori e/o hobbisti dell'elettronica. Io conosco bene la storia dell'emittenza privata della mia città (Milano) e ricordo con nostalgia il periodo nel quale bastava un kit di Nuova Elettronica modificato ed un filo di rame per sentirsi degli imprenditori radiofonici. Non dimentichiamoci, inoltre, che le prime emittenti private non erano fuorilegge (come sentenziò la pretura, per la vicenda di Radio Milano International), legittimate a trasmettere in virtù di un palese vuoto legislativo, in materia. Eravamo esploratori, un po' incoscienti, di un pianeta straordinario, testimoni inconsapevoli, ed allo stesso tempo protagonisti, di un cambiamento epocale che avrebbe influenzato la vita di milioni di persone, nel bene e nel male, sconvolgendo gli equilibri (ingessati) della paludata radiotelevisione di stato. Niente di tutto questo è presente nelle radio dei "collettivi", che hanno il solo scopo di diffondere un (secondo me, aberrante) credo politico, con il solo metodo conosciuto da certi "sprangatori di professione", ovvero l'illegalità. Mi spiace, ma proprio non riesco a trovare niente di positivo in questo pseudo-movimento, del quale penso tutto il male possibile. Personalmente, trovo molto più dell'ingenuo spirito poetico che caratterizzava gli albori della radiofonia privata italiana, nelle personal Web-Radio che popolano quell'universo parallelo che è la rete. Al limite della legalità, forse, ma perlomeno animate dalla sola passione e non da (inconfessabili?) secondi fini.Caro LuK, secondo me il paragone ci stà tutto,
e chi ti parla è uno che quei mitici anni li ha vissuti in prima persona, [...]
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Sui non autorizzati và precisata una cosa...non sempre si tratta di street radio o radio pirata, spesso ad avere fatto un uso inproprio e di occupazione inlegittima di frequenze anche negli ultimi tempi monopolizzando il sistema, sono stati proprio alcuni grossi network, e non con piccoli ed innoqui impianti (si fà per dire ovviamente) ma spesso con grosse potenze su postazioni di tutto riguarado! Poi come si diceva ci si mettono anche le leggi ed ora le street radio...e noi ? Mettiamoci una mano dietro per ripararci... :'( :'( :'(
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