Le quote musica dei discografici per le radio

copio e incollo dal mio profilo FB.

I discografici italiani se ne sono messi in testa un'altra. Non contenti e perché chiedersi se stanno facendo bene il loro mestiere di "promotori culturali" metterebbe in luce il pessimo livello della musica in Italia (è che gli piace tanto definirsi, a seconda dei gusti, industriali della cultura), ora chiedono le quote latte per la loro musica da passare nelle radio (cioè, loro vorrebbero che per decreto si sforasse la produzione dell'etere, mettendo una sorta di dazio sul lavoro dei programmatori musicali o anche più semplicemente, sulla sensibilità spontanea dello speaker/dj).
E' il solito refrain all'italiana e mi domando ma perché non mettere quote anche alle discoteche o ai live di intrattenimento e al karoke.
Naturalmente a loro non frega nulla dei tantissimi artisti auto prodotti che, oggi come oggi, sono il meglio che abbiamo, sono ormai così presi dal gioco del "tanto paga il solito Pantalone" che hanno dimenticato le più semplici e banali regole d'impresa, per cui o sei sotto la loro influenza o puoi andartene aff.....
A questi discografici, da radiofonico, non posso non dedicare con tanto lovve e mille kisse, "Diventa Demente (La Kultura poi ti Cura)" dei superbi e inarrivabili Skiantos.

giusto per essere giusti e chiari, un gruppo di discografici vorrebbe chiedere al Governo un Decreto per RAI e Network (per ora solo quelli ma domani?) per costringerli a mandare una quota di musica italiana

A questi discografici, da radiofonico, non posso non dedicare con tanto lovve e mille kisse, "Diventa Demente (La Kultura poi ti Cura)" dei superbi e inarrivabili Skiantos.

Io invece suggerirei loro di ascoltare le prime tre parole di quel capolavoro della musica italiana che è il brano "Chi chi chi, co co co" cantato da Pippo Franco al Festival di Sanremo 1983.

vi linko al comunicato stampa che sta partendo in questi giorni.

www.facebook.com/giordanosangiorgi/posts/600394653349987