ecco , io stà cosa non l'ho mica capita .....
anche noi ad esempio per la radiotv abbiamo avuto ( dopo averle chieste in rinnovo ) la concessione per le provincie di l'aquila , chieti , pescara , teramo e roma ( così vedo scritto .. ) ma nessuna frequenza , oltre quelle censite , per coprire tutte quelle zone .....
in sostanza abbiamo 6 frequenze ma per coprire tutto quel bacino ne servirebbero almeno 15 se non 20 ...
cioè .... in linea teorica uno è autorizzato a coprire tutte quelle provincie ma non gli danno le frequenze .... come funziona stà roba ??? boh ??
Magari se chiedevamo anche altro ci veniva concesso ....
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ecco , io stà cosa non l'ho mica capita .....
anche noi ad esempio per la radiotv abbiamo avuto ( dopo averle chieste in rinnovo ) la concessione per le provincie di l'aquila , chieti , pescara , teramo e roma ( così vedo scritto .. ) ma nessuna frequenza , oltre quelle censite , per coprire tutte quelle zone .....
in sostanza abbiamo 6 frequenze ma per coprire tutto quel bacino ne servirebbero almeno 15 se non 20 ...
cioè .... in linea teorica uno è autorizzato a coprire tutte quelle provincie ma non gli danno le frequenze .... come funziona stà roba ??? boh ??
Magari se chiedevamo anche altro ci veniva concesso ....
...voi avete l'autorizzazione a coprire quelle provincie perchè le avete indicate nella richiesta di concessione nel 1990. Mi vien da pensare che uno più dei vostri impianti (almeno all'epoca) raggiungevano anche se per poco il territorio di tutte quelle provincie che hai indicato... così vi hanno dato l'autorizzazione a coprire (e avete o avreste dovuto pagare un milione di lire per ogni provincia comunque servita) tutte le provincie che hai indicato. Non vi darà mai nessuno le frequenze per coprire a dovere tutto quel territorio, semmai potete acquistarle. L'altro caso potrebbe essere che con il "miraggio" di vedersi assegnare delle frequenze, all'epoca, chi ha compilato le schede abbia inserito provincie che in realtà non erano raggiunte dal vostro segnale. In questo caso è stato come darsi la zappa sui piedi, in quanto avete o avreste dovuto pagare il milione per ogni provincia, ed in realtà non l'avete mai raggiunta nemmeno per una piccola fetta di territorio.
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Mah anche la mia Radio ha la concessione rilasciata con decreto nel 1995 , è scritto in chiaro:in italia concessioni governative x quanto riguarda la radio non ve ne sono...ma solo autorizzazioni....diciamo che al ministero li chiamano concessioni....ma e solo un termine sbagliato....cmq...forse sarai l'unico che ha una concessione...:)e se l'hai puoi dire che sei alla stregua della rai, e forse, dico forse di radio Maria, padania e radicale....
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Mah anche la mia Radio ha la concessione rilasciata con decreto nel 1995 , è scritto in chiaro:in italia concessioni governative x quanto riguarda la radio non ve ne sono...ma solo autorizzazioni....diciamo che al ministero li chiamano concessioni....ma e solo un termine sbagliato....cmq...forse sarai l'unico che ha una concessione...:)e se l'hai puoi dire che sei alla stregua della rai, e forse, dico forse di radio Maria, padania e radicale....
Speditami dall'allora Ministero delle Poste e Telecomunicazioni.
Si Invia la copia in forma Autentica del decreto di concessione per l'esercizio della radiodiffusione sonora privata in ambito locale etc etc...
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La 223/90, come un po tutte le leggi del nostro paese, non è mai stata applicata interamente. Si attende da quasi 20 anni la "riorganizzazione delle frequenze" che nell'idea di base avrebbe portato te, come concessionario, ad avere GRATUITAMENTE un numero di frequenze pari al concessionario pubblico (per intenderci Rai) per medesimo bacino d'utenza e sottratte ai non concessionari e gli impianti doppi (2 frequenze che coprono lo stesso bacino). Questa riorganizzazione non c'è mai stata, sempre rimandata di anno in anno, e dietro alla vigliaccata di "non bloccare il sistema", si è dato il via ad una vergognosa speculazione economica autorizzata. E' vergognoso che si paghi per una frequenza svariati milioni di euro ! Le frequenze sono, o meglio dovrebbero essere una risorsa che appartiene allo Stato e non motivo di speculazione e, cosa ancor peggiore, disuguaglianza tra il piccolo editore che tira a campare ed il grande potere economico delle lobby che può tutto.quindi a quanto pare non esiste un nesso tra bacino di utenza e numero di impianti e/o frequenze accese?
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non parlo del 1990 ..... dicevo che in fase di rinnovo ( per le tv non ricordo quando è successo ma credo intorno al 2000-2001 ) l'editore ha presentato la domanda chiedendo quelle provincie che poi gli sono state assegnate , adesso non so il perchè sia stato possibile però sul "pezzo di carta" ci sono scritte..... appunto per il fatto che con la "vecchia" concessione del 94 la situazione era quella da te descritta e quindi con la dichiarazione e annesse schede tecniche dei ripetitori e di dove erano posizionati....se è come ho capito io, avete fatto una sciocchezza. Nel 1990 bisognava dichiarare gli impianti, la potenza e la copertura reale dell'emittente... una "fotografia" ...ogni cosa non corrispondente al vero doveva essere punita in penale. E comunque non era necessario avere gli impianti sul territorio di una determinata provincia, ma arrivarci con il segnale. Mi viene in mente la situazione del monte serra in toscana (se c'è qualche toscano della zona mi dia manforte, conosco la situazione in maniera non ottimale) non so in quale provincia sia, forse lucca... ma ad ogni modo un impianto sulla sommità di quel monte copre le provincie per intero o in parte di lucca, pistoia, livorno, pisa, firenze, e massa carrara... in pratica un bell'impianto in quel luogo, da solo serve una gran fetta della toscana.... ed allora si fanno quelle provincie e si devono, o meglio... all'epoca si dovevano pagare. ora come sappiamo è diverso.
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infatti , è quello che dicevo anche io .
Mah anche la mia Radio ha la concessione rilasciata con decreto nel 1995 , è scritto in chiaro:in italia concessioni governative x quanto riguarda la radio non ve ne sono...ma solo autorizzazioni....diciamo che al ministero li chiamano concessioni....ma e solo un termine sbagliato....cmq...forse sarai l'unico che ha una concessione...:)e se l'hai puoi dire che sei alla stregua della rai, e forse, dico forse di radio Maria, padania e radicale....
Speditami dall'allora Ministero delle Poste e Telecomunicazioni.
Si Invia la copia in forma Autentica del decreto di concessione per l'esercizio della radiodiffusione sonora privata in ambito locale etc etc...
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ah ... come rimpiango i tempi nei quali accendevi dove volevi e mandavi una lettera al ministero dicendo che radio xxx aveva acceso la frequenza xxx su monte xxx ....
La 223/90, come un po tutte le leggi del nostro paese, non è mai stata applicata interamente. Si attende da quasi 20 anni la "riorganizzazione delle frequenze" che nell'idea di base avrebbe portato te, come concessionario, ad avere GRATUITAMENTE un numero di frequenze pari al concessionario pubblico (per intenderci Rai) per medesimo bacino d'utenza e sottratte ai non concessionari e gli impianti doppi (2 frequenze che coprono lo stesso bacino). Questa riorganizzazione non c'è mai stata, sempre rimandata di anno in anno, e dietro alla vigliaccata di "non bloccare il sistema", si è dato il via ad una vergognosa speculazione economica autorizzata. E' vergognoso che si paghi per una frequenza svariati milioni di euro ! Le frequenze sono, o meglio dovrebbero essere una risorsa che appartiene allo Stato e non motivo di speculazione e, cosa ancor peggiore, disuguaglianza tra il piccolo editore che tira a campare ed il grande potere economico delle lobby che può tutto.quindi a quanto pare non esiste un nesso tra bacino di utenza e numero di impianti e/o frequenze accese?
Quindi ci ritroviamo i piccoli trombati alla grande ed i grandi che espandono ovunque il loro segnale (che vuoi che siano gli investimenti di decine di milioni di euro se possono scricarli dal reddito).
Nell'atto concessorio si parla di DIRITTI e DOVERI del concessionario: Sarò mezzo cecato, ma di diritti non ne ho mai visti.
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La 223/90, come un po tutte le leggi del nostro paese, non è mai stata applicata interamente. Si attende da quasi 20 anni la "riorganizzazione delle frequenze" che nell'idea di base avrebbe portato te, come concessionario, ad avere GRATUITAMENTE un numero di frequenze pari al concessionario pubblico (per intenderci Rai) per medesimo bacino d'utenza e sottratte ai non concessionari e gli impianti doppi (2 frequenze che coprono lo stesso bacino). Questa riorganizzazione non c'è mai stata, sempre rimandata di anno in anno, e dietro alla vigliaccata di "non bloccare il sistema", si è dato il via ad una vergognosa speculazione economica autorizzata. E' vergognoso che si paghi per una frequenza svariati milioni di euro ! Le frequenze sono, o meglio dovrebbero essere una risorsa che appartiene allo Stato e non motivo di speculazione e, cosa ancor peggiore, disuguaglianza tra il piccolo editore che tira a campare ed il grande potere economico delle lobby che può tutto.quindi a quanto pare non esiste un nesso tra bacino di utenza e numero di impianti e/o frequenze accese?
Quindi ci ritroviamo i piccoli trombati alla grande ed i grandi che espandono ovunque il loro segnale (che vuoi che siano gli investimenti di decine di milioni di euro se possono scricarli dal reddito).
Nell'atto concessorio si parla di DIRITTI e DOVERI del concessionario: Sarò mezzo cecato, ma di diritti non ne ho mai visti.
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...sono del parere che i grandi gruppi editoriali avrebbero comunque avuto accesso alle risorse "frequenze" a scapito dei piccoli... quindi benvenga se un piccolo editore decide di vendere frequenze realizzando cifre importanti (certo il rovescio della medaglia è che non può espandersi perchè i costi sono stellari). Prendiamolo come una buonuscita in caso di non voler o non poter più continuare l'esperienza radio. Del resto grandi gruppi editoriali o meno, la strada dell'emittenza privata locale è alla frutta... non ci sono risorse.
Avete notato che se si è una piccola radio, per i grandi / medi investitori pubblicitari è come esser trasparenti? non arriva un solo euro da quelli, invece per i piccoli negozi "tradizionali" è diventato quasi impossibile trovare budget da spendere in pubblicità? ...e con cosa sopravvive allora una piccola radio? Meglio avere la possibilità di vender frequenze, credi a me, almeno ti ritiri, e vai a fare qualcos'altro con in tasca un gruzzoletto, diversamente se le frequenze tornassero allo stato ci si ritirerebbe con le pive nel sacco dopo 20 o 30 anni di sudore e sangue versato. Se poi mi dici che con questo sistema c'è dentro chi ci sguazza facendo compravendita come fossero noccioline beh, allora questo è un altro discorso.
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